IL NUOVO ERRATISMO DI ANIMALI SELVATICI NEI CENTRI URBANI

 

 

 

Anche se questo articolo vi apparirà avulso dal contesto generale, il mio primo amore è stato proprio la natura. Da buon esperto del sopralluogo e quindi da persona abituata a recepire eventi, fatti e situazioni diversi dal solito, vi propongo il seguente articolo che spero sia di vostro gradimento.
Per comprendere da subito cosa ne penso dell’equilibrio naturalistico, esprimo il giudizio che la natura nel suo complesso, può essere paragonata ad uno sgabello a tre piedi. Ad ognuno dei 3 piedi attribuisco:
– L’HABITAT;
– IL PRELIEVO;
– L’ALIMENTAZIONE.
Risulta semplice comprendere che se uno dei tre piedi cade, il sistema non può stare in piedi, non può reggersi, quindi o crolla o cerca equilibri innaturali.
– L’habitat delle foreste, della macchia mediterranea delle zone umide è modificato, alterato e, in alcuni casi, scomparso. L’eccessiva monocultura, l’eccessivo utilizzo di anticrittogamici e di concimi e l’utilizzo di modernissime attrezzature agricole hanno modificato in modo sostanziale la pianura e la collina, habitat ideale per la nidificazione di molte specie;
– Il prelievo naturale tra preda e predatore è in certi casi scomparso, la forte diminuzione del prelievo venatorio a causa dell’abbandono di circa il 70% dei cacciatori, paradossalmente, ha aggravato la situazione. Vi sono specie ormai fuori controllo in quanto non più legate alle rigidi norme naturali come cinghiali, volpi, faine, donnole, corvi e cani randagi;
– L’alimentazione non ha più limiti naturali. Facciamo un esempio: una coppia di volpi aveva una estensione di territorio, per vivere con una certa tranquillità, di circa 200/300 ettari e in alta montagna raggiungeva anche i 500/1.000 ettari. E’ evidente che la natura teneva automaticamente sotto controllo la eccessiva prolificazione di questa specie. Oggi il territorio è costellato di discariche, di periferie urbane degradate, di territori abbandonati. Animali, quindi, come i cinghiali, le volpi, i corvi, i cani randagi e altre specie carnivore sono in fortissimo aumento colonizzando arie urbane.

Molte persone vedono tutto questo come un fatto positivo, naturale e di normale migrazione per sovraffollamento delle campagne delle stesse specie. No! ritengo sbagliato non parlare con scienza di tali fenomeni aberranti in quanto interessa e coinvolge la fauna residenziale delle città, la nostra salute e tutto il sistema naturalistico. Da alcuni anni i nostri giardini e i nostri prati cittadini accusano una forte diminuzione degli uccelli residenziali, come tortore, merli, passeri, gazze e uccelli canori di varie specie.
Ogni giorno dell’anno ed in particolare in primavera, migliaia di corvi, sin dalle prime luci dell’alba, si nascondono nei rami dei giardini per scoprire i nidi dei nostri uccelletti residenziali è dando inizio ad una vera sterminio che coinvolge anche gli uccelli nelle gabbiette poste sui balconi.
Per avere un’idea degli enormi danni economici che tutte queste specie fuori controllo apportano all’uomo, si pensi che ogni corvo mangia circa 150/200 grammi di cibo al giorno e, nei periodi dei raccolti, fanno razzia degli stessi. Immaginate un branco di cinghiali nei vigneti, in un campo di pannocchie o di patate. Questi, secondo il mio parere sono problemi che vanno dibattuti e tenuti nella giusta considerazione. Ritengo che la politica della gestione della fauna debba trovare soluzioni moderne non legate a vecchi preconcetti. Probabilmente una giusta e reale gestione potrebbe essere l’origine di molti posti di lavoro e di grandi risorse economiche.
Naturalmente queste riflessioni coinvolgono i fiumi e i laghi che sono in uno stato di abbandono e di degrado profondo.
È auspicabile che gli enti preposti prendano sul serio queste modificazioni e con intelligenza affrontino il problema.

Sandro Lopez

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