LE “BIZZARRIE” NELLE SCIENZE FORENSI

 

 

 

 

Questo è il primo di una serie di articoli in cui tratteremo di fatti, eventi e spiegazioni che vari esperti, sia nella veste di Perito che di consulente, hanno riferito in perizie e consulenze. Il fulcro di tali notizie riguarda alcune esposizioni, dichiarazioni o assiomi bizzarri, che di fatto non trovano scientificamente riscontro, sono talmente strampalate, per come dimostrato durante il processo, che lo scrivente le chiama, utilizzando un eufemismo, “bizzarrie”.
Lo scopo non è solo quello di promuovere un sorriso ma anche quello di valutare quanto avvenuto e quindi poter migliorare il bagaglio scientifico anche nei comportamenti, con un’analisi critica.

È facile comprendere che non verranno citate le persone coinvolte.

In un opificio, posto nei magazzini di un fabbricato per civile abitazione di 7 piani, il proprietario, in crisi finanziaria, pensò bene di collocare 3 quintali di benzina in diverse taniche da 20 litri. Queste taniche erano collegate tra di loro per mezzo di micce rudimentali composte da carta assorbente intrisa di benzina e cosparse di polvere da sparo. L’innesco, tra le altre cose, presentava 2 kg di polvere da sparo ed altro. L’opificio ero anche zeppo di olio d’oliva, in grandi cisterne, materiale cartaceo e alcune bombole di GPL. L’innesco fu bloccato mezz’ora prima dell’accensione grazie all’intervento della Polizia allertata da una famiglia che sentiva odore eccessivo di benzina provenire dai magazzini.
La Corte D’Assise nominò un Perito a cui chiese se le famiglie di quel palazzo avrebbero avuto la possibilità di mettersi in salvo in caso di incendio, considerato che la scala, unica via di fuga, attraversava l’opificio. Dalla qualità del materiale combustibile presente nei locali il Perito ricavò una enorme quantità di energia e considerato che il cemento collassa a 600°, riferiva della effettiva pericolosità per i condomini oltre anche alla reale possibilità che si formasse una situazione stechiometrica che avrebbe originato un’esplosione. Il consulente di parte, però, che voleva difendere a spada tratta l’imputato, riferiva: “è vero che il cemento armato comincia a collassare a 600° e che l’energia sviluppata avrebbe superato notevolmente tale soglia, però l’acqua utilizzata dai Vigili del Fuoco sulle strutture collassate avrebbe consentito alla calce di ritornare di nuovo cemento…”.
Non bisogna essere esperti per comprendere l’assurdità di questa affermazione. Il risultato immediato fu che l’esperto perse la sua attendibilità.
Per la opportuna conoscenza vi riferisco che la Corte D’Assise ha comminato una pena molto dura agli imputati.
Arrivederci alla prossima bizzarria!

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